Un comportamento decisamente poco responsabile e foriero di potenziali complicazioni viene messo in evidenza dall’AIFA, devi fare attenzione.
L’AIFA, Agenzia Italiana del Farmaco, mette in guardia tutti quanti dall’assumere un comportamento responsabile quando si tratta di fare uso di determinati prodotti. Quando non ti senti bene, dovresti frenare e riflettere con calma prima di procedere con la somministrazione a te stesso di specifici farmaci e medicinali vari. Per quale motivo? Proprio l’AIFA fornisce una risposta, motivandola con una spiegazione accurata e volta a preservare la salute.
L’uso continuato di determinati antidolorifici appartenenti alla categoria dei farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) è stato correlato a un aumento del rischio di eventi vascolari gravi. Rischi che annoverano anche infarto, ictus e decessi legati a complicazioni cardiovascolari. E tra questi medicinali spicca anche il Brufen, il cui uso è molto diffuso. Questi risultati emergono da una significativa meta-analisi pubblicata sulla rivista scientifica “The Lancet”, che mette in evidenza l’importanza di una scelta consapevole nella terapia a lungo termine con i FANS.
La stessa AIFA suggerisce che la selezione di un antidolorifico debba avvenire in modo attento. In particolare per i pazienti con fattori di rischio cardiovascolare preesistenti. È più che essenziale fornire ai pazienti informazioni chiare riguardo ai potenziali effetti collaterali legati all’assunzione di questi farmaci. Tra i principi attivi che presentano un maggiore rischio ci sono il diclofenac e l’ibuprofene. Al contrario, il naprossene sembra non aumentare questo rischio, probabilmente grazie a effetti protettivi che contrastano la sua potenziale cardiotossicità.
Questo studio conferma quanto già emerso in precedenti ricerche, che avevano evidenziato una maggiore probabilità di infarto tra i soggetti che assumevano alcuni FANS di nuova generazione noti come inibitori selettivi della COX-2, come celecoxib ed etoricoxib. Questi farmaci, pur essendo progettati per ridurre l’infiammazione con minori effetti collaterali gastrointestinali, possono avere implicazioni significative per la salute cardiovascolare.
La meta-analisi ha esaminato oltre 600 studi clinici, analizzando in modo approfondito i dati relativi ai singoli pazienti. Questo approccio ha permesso di valutare l’entità degli effetti negativi associati ai vari FANS in specifiche popolazioni, in particolare nei pazienti che ricevevano dosi elevate e per periodi prolungati. Per questo gruppo di pazienti è stato riscontrato un rischio significativamente maggiore di complicanze vascolari, in particolare a livello cardiaco.
Secondo le stime, per ogni 1000 pazienti sottoposti a trattamenti di questo tipo, si verificano tre infarti in più rispetto a quanto ci si aspetterebbe se non fossero in terapia con i FANS. Di questi, uno può avere esito fatale. Questi dati sollevano interrogativi cruciali sull’uso di tali farmaci in contesti clinici e sull’importanza di monitorare attentamente i pazienti a rischio. Serve un atteggiamento più responsabile ed è bene che l’AIFA abbia chiarito la cosa riportando queste informazioni.
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