Malattie come il Parkinson difficilmente compaiono all’improvviso. Il corpo lancia alcuni segnali: è utile imparare a riconoscerli per agire d’anticipo.
Ci sono malattie e condizioni fisiche e mentali che finiscono, gradualmente, per compromettere in maniera importante la qualità della vita di una persona. Saperle riconoscere fin dai primi sintomi significa agire in tempo ed iniziare cure al fine di evitare il più possibile un declino rapido nel tempo.
Il Parkinson’s UK riferisce che al giorno d’oggi, solo nel Regno Unito, 153.000 persone stanno affrontando il Parkinson. Stando alle stime e alle ricerche, si registra come la condizione neurologica in più rapida crescita nel mondo: ad 1 persona su 37 nel Regno Unito sarà diagnosticata la malattia nel corso della sua vita.
Morbo di Parkinson, il sintomo a cui nessuno pensa
I ricercatori che hanno analizzato i dati della UK Biobank, ossia un database medico contenente i dati di mezzo milioni di persone partecipanti in tutto il Regno Unito, si sono concentrati su quanto scoperto tramite 159.395 individui che vivevano particolari sintomi e a cui ancora non era stato ancora rilevato il Parkinson.
Quanto ottenuto dimostra l’importanza di non sottovalutare mai i segnali che il corpo trasmette. Qualsiasi sintomo o accenno di malessere, nonché ciascuna anomalia, può essere un messaggio importante che vuole segnalare qualcosa di piuttosto grave in essere o persino in arrivo. Andare a fondo di ciò che si sente e si prova, senza trascurarsi, è il primo passo per non lasciare nulla al caso e poter scovare in tempo situazioni malevole prima che compromettano irrimediabilmente la propria salute.
Lo studio, intitolato “La compromissione dell’udito nel rumore è associata ad un aumento del rischio di Parkinson: un’analisi della biobanca del Regno Unito”, è stato pubblicato su Parkinsonism and Related Disorders ed ha voluto esaminare come i disturbi sensoriali abbiano una correlazione con la diagnosi del Morbo di Parkinson. Entriamo più nei dettagli.
La correlazione tra udito e Parkinson: a cosa prestare attenzione
I 159.395 individui al centro del mirino si erano precedentemente sottoposti ad un test dell’udito volto a misurare la loro capacità di rilevare il parlato in ambienti rumorosi. A nessuno di loro era stato diagnosticato il Parkinson al momento dell’esame.
In una media di 14,24 anni, a 810 partecipanti è stata rilevata la malattia. L’analisi ha rivelato un aumento del rischio di soffrire di Parkinson del 57% per ogni aumento di 10 decibel della compromissione dell’udito al basale. A guidare lo studio è stata la dottoressa Megan Readman, ricercatrice post-dottorato ESRC che opera all’interno del Dipartimento di Psicologia dell’Università di Lancaster.
Il medico ha pubblicamente dichiarato l’importanza dei risultati ottenuti. Si è trattato di uno dei primi studi aventi l’obiettivo di determinare come i disturbi dell’udito possano essere associati ad un maggior rischio di sviluppare il Parkinson nonché costituire un primo segnale della malattia.
Disturbi dell’udito tra i primi segnali del Parkinson
L’attestazione di una correlazione tra udito e Parkinson è utile anche per determinare le terapie da somministrare. Nonostante i risultati positivi dello studio, resta comunque qualcosa a cui vanno ancora attribuite delle certezze, pertanto proseguiranno ulteriori ricerche per determinare se il nesso ha rappresentato un’effettiva correlazione o pura casualità.
E’ chiaro ciò che ha dichiarato anche il professor Plack, partecipante allo studio: la perdita dell’udito non è sempre una condizione isolata ma è facilmente associabile ad altri disturbi. Comprendere determinati legami consentirà anche di fornire assistenze più specifiche ai pazienti, migliorando la loro qualità di vita e la loro indipendenza.